Lo psicodramma prevede la presenza di due terapeuti che si alternano, di seduta in seduta, nelle due funzioni di animatore e osservatore.
La compresenza di due terapeuti vuole evitare un investimento transferale massivo. Animatore e osservatore, non ricoprono un ruolo ma svolgono una funzione: evitano di occupare il posto dell’ideale dell’Io, di farsi oggetto di identificazione.
L’animatore propone il gioco, invita a mettere in scena il racconto di un sogno o di un episodio già vissuto. La proposta di gioco è una prima sottolineatura interpretativa.
La seduta termina con la parola dell’osservatore che puntualizza i significanti emersi, segnala la connessione simbolica tra temi collettivi e significanti individuali. È un canovaccio o un hypogramme ciò che è scritto sotto le parole.
L’animatore è colui che sostiene l’ingresso del partecipante al gioco, poiché quest’ultimo si proietta verso un’immagine anticipata di se stesso, immagine che osserva da un futuro interiore, e questo nella misura in cui lo psicodrammatista sembra averlo preceduto nel percorso e lo attende, nel quadro, in un posto dove si è potuta finalmente deporre l’arma dello sguardo (Gaudé S. 1998 tr. it. p.XXXI).