Nella pluralità delle proposte metodologiche diverse che il paesaggio delle psicoterapie offre, lo Psicodramma Analitico ci sembra occupi un posto privilegiato. Da un lato, infatti, ha caratteri clinici rigorosi, dall’altro è aperto a fecondi scambi con le esperienze artistiche e teatrali.
Il Convegno che abbiamo organizzato nasce dalla pubblicazione in Italia, per le edizioni Alpes, di un testo di S.Gaudé dal titolo “Sulla rappresentazione. Narrazione e gioco nello psicodramma”, curato dalla dottoressa Fabiola Fortuna. Ma il libro vuole essere lo stimolo che, lanciato nelle acque dello Psicodramma Analitico, ne movimenta le conoscenze acquisite, rimettendo in gioco questioni note e meno note su cui riflettere, attivando scambi di esperienze differenti. Un Convegno, dunque, che sia al tempo stesso per “addetti ai lavori” e per i giovani che si affacciano sul mondo della professione.
Il Convegno vuole anche essere il luogo e il tempo in cui la Comunità scientifica nata attorno alla teoria e al metodo psicodrammatici si apre a coloro che operano nel campo della cura (psicoanalisti, psicoterapeuti, docenti, medici e operatori sociali), per pensare insieme e, soprattutto, per ritrovare il valore della ricerca a contatto con il mondo esterno e con quello interno.
Lo Psicodramma Analitico prende in considerazione il dramma dell’anima che caratterizza ogni persona la quale, inserita in un piccolo gruppo, attraverso la parola e il gioco, cerca la cura dei propri sintomi.
Nasce in Francia con la S.E.P.T. (Società di Psicodramma pratico e Teorico) a cui aderisce la S.I.Ps.A. (Società Italiana di Psicodramma Analitico) nel 1981. La caratteristica di questa Comunità è di essere costruita attorno a dei Centri didattici (Alessandria, Bologna-Rimini, Bari, Roma) che rappresentano sul territorio luoghi in cui i professionisti della cura si incontrano mantenendo attiva una formazione permanente e scambiano esperienze cliniche sia in ambito privato che istituzionale, per studiare e ricercare insieme. Le Associazioni, nate attorno ai Centri Didattici, sono un punto di riferimento per lo scambio di esperienze culturali e professionali e sono aperte a tutte quelle professionalità che operano con la presenza e sulla presenza dell’altro, soprattutto per coloro che operano nel sociale, spesso in situazioni al limite.
Video Player
Il Convegno sarà articolato:
– In una prima parte in cui la Comunità scientifica italiana e francese (alla quale siamo uniti da profondi legami affettivi oltre che di ricerca) dialogano con il libro di Gaudè, “Sulla rappresentazione”
– Una seconda parte avrà carattere esperienziale. Si costituiranno diversi gruppi di psicodrammma sulle forme della rappresentazione, nelle quali si intrecciano creatività e clinica. Non a caso il testo di Gaudé è tessuto di un dialogo profondo con Velazquez e Picasso (Las Meninas).
I gruppi dunque rifletteranno su:
1) La Rappresentazione e lo spazio inteso come spazio psichico e come rappresentazione del mondo;
2) Rappresentazione e immaginario: “la parola da quotidiana si fa verità del gioco”;
3) Lo Psicodramma: un apparato per rappresentare figure fondamentali come quelle genitoriali, nelle molteplici identificazioni. Attraverso il desiderio inconscio si approda all’Altro;
4) Rappresentazione e discorso: la solidarietà di un lavoro collettivo tra sconosciuti, diversi eppure intimi, approda al Discorso;
5) Rappresentazione e processo sociale: le relazioni infelici, o comunque difficili, con genitori, fratelli, amanti, evidenziano il nostro partecipare di una medesima condizione umana;
Il Convegno si concluderà restituendo la parola ai Gruppi attraverso i relatori, riuniti in una tavola rotonda, che lavorerà attraverso l’Animazione e l’Osservazione.
Programma
08.30 – 09.00 Iscrizioni
09.00 – 09.15 Apertura e presentazione del Convegno
– Paola Cecchetti
Il libro di Serge Gaudé:
Chair – Stefania Tedaldi
09.15 – 9.45 Una traduzione tanto desiderata
– M. N. Gaudè
09.45 – 10.15 Gli effetti sulla nostra pratica
– Henri Fromm
10.15 – 10.45 Rappresentazione e le sue declinazioni
– Paola Cecchetti
10.45 – 11.15 Pausa
11.15- 11.45 “Quaderni di Psicoanalisi e Psicodramma Analitico”: percorsi di rappresentazioni– Fabiola Fortuna
11.45 – 13.00 Domande e riflessioni dei partecipanti
13.00 – 14.30 Pausa
14.30 – 16.30 Gruppi tematici: sperimentare le forme della rappresentazione con il dispositivo dello Psicodramma Analitico
1) La Rappresentazione e lo spazio
Rappresentazione e spazio sono i due termini che meglio sintetizzano lo specifico e il valore aggiunto dello psicodramma rispetto ad altri dispositivi.
Lo spazio del gioco attiva la messa in questione del corpo, esposto allo sguardo del gruppo, così da mobilitare il reale che abita lo spazio corporeo per poterne distendere frammenti nel tempo del qui ed ora della seduta, rivelando un sentire che conferisce peso alla parola e diviene occasione di una conoscenza capace di prendere in conto l’insieme dell’esperienza.
Lo spazio concreto in cui si articola la seduta, che rimanda al contesto istituito (pubblico, privato, individuale, di gruppo ecc) e alle sue finalità (terapeutiche, formative ecc), è decisivo al fine di definire il vertice di lettura degli eventi che attraversano la seduta di psicodramma.
Lo spazio del gioco è in forte analogia con lo spazio onirico, ciò che conferisce allo psicodramma la caratteristica di favorire un pensiero “per scene” di matrice oniroide, capace di consentire la pensabilità delle vicende emotive che attraversano la seduta.
Ciò che si “ripresenta” nel tessuto della seduta e che prende forma nello spazio del gioco, può quindi essere letto come un discorso che dice qualcosa certamente di un là e allora, ma anche dei movimenti di un gruppo a contatto col qui ed ora della seduta e del contesto istituzionale in cui questa è contenuta. Le scene tratte dall’esperienza clinica dei partecipanti che un gruppo di supervisione seleziona nello spazio della seduta possono quindi prestarsi ad essere innestate con profitto di pensiero nello spazio attuale e a rivitalizzarsi nel nuovo contesto, così come avviene per un trapianto d’organo.
Animatore: Laura Scotti
Osservatore: Massimo Pietrasanta
Relatore: Claudio Merlo
2) Rappresentazione e immaginario
Nella sezione “Rappresentazione e immaginario” verrà fatta una riflessione su una clinica freudiana nello Psicodramma.
Costituire una clinica significa rendere un caso parlante, far sì che il disagio che il paziente lamenta parli per lui e lo orienti verso una migliore conoscenza di sé.
Lo Psicodramma Analitico è spazio di parola ma non solo: è spazio di gioco.
Grazie al gioco le parole di ciascuno dei partecipanti prendono via via consistenza: da una “piatta visione frontale” di un episodio vissuto si può giungere a costruire una visione “a tutto tondo” che aiuterà ognuno a scoprire un po’ di verità su di sé.
Ci interrogheremo dunque sui rapporti tra l’immaginario , termine con cui indichiamo questa visione iniziale e a volte un po’ scontata della realtà di cui si è portatori, e la rappresentazione giocata , in quanto momento di scoperta di nuovi punti di vista della propria condizione soggettiva.
“Mi lasci parlare”, così una paziente esclamò rivolgendosi a Freud; lo stesso accade nello psicodramma analitico, dove la parola del soggetto rivendica la possibilità di trasformarsi e arricchirsi nell’incontro e il confronto con le parole degli altri . Ogni scambio porta nuovo vigore e consistenza fino a che la parola sia pronta a diventare gioco.
Nel gioco avvengono raffronti, spostamenti, riavvicinamenti che andranno a comporre un quadro, un “vero quadro” in rapporto ai “falsi quadri” dell’inizio. La seduta ed il gioco mirano a filtrare quelle costruzioni immaginarie che impediscono alla persona di farsi portatore di una parola piena, che lo ponga in contatto con il suo desiderio.
Descriveremo dunque questo percorso che si ripropone ad ogni seduta di psicodramma analitico, e che grazie anche alla presenza discreta ma costante del terapeuta, darà ad ogni partecipante la possibilità di individuare e percorrere la propria via verso una soggettività più autentica.
Animatore: Fabiola Fortuna
Osservatore: Anna Lisa Scepi
Relatore: Claudia Parlanti
3) Lo Psicodramma: un apparato per rappresentare
La sofferenza emotiva, spesso negata, porta lontano dal fare un lavoro psicologico profondo e trasformativo. Lo psicodramma diviene allora un apparato per rappresentare, per far evolvere la nostra mente. Gli aspetti emotivi-affettivi sono atti comunicativi che bisogna poter accogliere, attraverso lo sguardo e il gioco. Con le associazioni libere i partecipanti del gruppo in cerchio possono esprimersi spontaneamente e suscitare affetti nell’altro e consentirne la rappresentazione.“L’atto analitico” raggiunge il bambino nell’adulto per poter dare risposta a quel bisogno che la madre non ha soddisfatto. Il gruppo accoglie l’alterità dei pazienti e la drammaticità delle loro pulsioni nel contesto interpersonale e intrapersonale che si attiva in seduta.Nel prendere in considerazione l’area psicodrammatica occorre ricordare che “lo psicodramma è una rappresentazione” che viene a trovarsi su un piano totalmente immaginario. Il libro di Gaudè amplia e sollecita l’attenzione all’atto analitico, con il gioco e con lo scambio di ruolo si può raggiungere il luogo, la spaccatura, dove interviene il simbolico.Con il gioco si sceglie, si dà un taglio nella rappresentazione dell’identità dei partecipanti al gruppo, qualcosa si perde e si acquista un tratto di sé sconosciuto negato, un desiderio respinto. Nel momento di sottolineatura avviene un lavoro di elaborazione transferale che si collega alla tra ma soggettiva, una sorta “di interpretazione in atto” che fa emergere il soggetto. Si amplia il funzionamento psichico della mente umana attuando un processo di trasformazione del traumatico in simbolico accogliendo i momenti di urgenza emozionale e creando le condizioni strutturali e ambientali per riprendere a vivere e a crescere.
Animatore: Roberta Biolcati
Osservatore: Roberto Pani
Relatore: Cinzia Carnevali
4) Rappresentazione e discorso
Nella sezione Rappresentazione e Discorso la riflessione avrà come cardine la struttura del processo clinico nello psicodramma. Ogni seduta inizia con parole di scambio, di relazione con l’altro. Ma cos’è che le rende parola che abbia senso e di cui il soggetto si assume la responsabilità, che trasforma il parlare vuoto in un bene-dire? Cosa è che diventa discorso? La pratica freudiana dello Psicodramma prende avvio da una terna che include l’ Uno del soggetto, l’ Altro cui si rivolge e la Rappresentazione drammatica così che colui che parla si trovi catturato nel discorso con altri, esca dal monologo privato per avere un riscontro nel gruppo. Il partecipante porta allo scoperto davanti agli altri e con gli altri un suo spazio privato. La seduta diventa arte del dialogo ossia del discorso con-diviso con gli altri mantenendo la propria dis-parità o differenza soggettiva. Ogni formulazione soggettiva, ogni gioco porta le tracce della parola dell’altro che l’ha preceduta e annuncia gli interventi successivi…dando vita ad un ciclo di risonanza significante articolata nel qui ed ora della seduta. Lo sviluppo del discorso diventa catena causale cioè causa, produce altro…altra parola, altro gioco, altro ascolto. Il discorso di seduta quindi non consiste semplicemente nell’articolazione di discorsi successivi attraverso i quali i partecipanti interverrebbero verbalmente, il processo è più complesso, rappresenta il circuito obbligato a partire dal quale un soggetto può articolare il suo discorso e farsi ascoltare. È l’equivalente della freudiana costruzione in analisi.
Animatore: Antonia Guarini
Osservatore: Stefania Picinotti
Relatore: Carmen Tagliaferri
5) Rappresentazione e processo sociale
Nella sezione Rappresentazione e Processo Sociale i due termini saranno oggetto di riflessione come fronte e retro di una stessa superficie in quanto la funzione di Rappresentazione mette in moto una logica collettiva
Viviamo in un tempo caratterizzato dal consumo, un consumo senza fine, dove anche l’altro è visto non come soggetto ma come affare. E’ all’ordine del giorno di questo nostro tempo l’uomo che usa l’uomo come merce, e la parola che non riesce più a comunicare.
Nel pubblico del gruppo di psicodramma favoriamo l’emersione della parola vera, illusoriamente nascosta da quella privata, per conoscere il nome dell’altro attraverso il lavoro etico della psicoanalisi. Ci aspettiamo di poter prendere in consegna la richiesta di asilo del soggetto costretto alla migrazione.
Nel piccolo gruppo di psicodramma non ci si rivolge solo allo psicodrammatista, la parola di ciascuno passa attraverso l’ascolto degli altri poiché si tratta di farsi ascoltare almeno da una parte del gruppo.
Il rapporto del soggetto con il mondo esterno non è semplicemente presentato viene elaborato nel corso della seduta, non è uno scambio di idee ma un processo concreto. Ipotizziamo che partecipare ad un gruppo di Psicodramma significhi anche trovare uno spazio dove affrontare l’infelice rapporto con la realtà esterna, genitori, amanti, fratelli, lacerando lo schermo di ideali che ci impongono un viso cortese ed un comportamento civile (che comunque viene sempre rispettato) avendo come sottofondo un silenzio rabbioso.
Una pubblicazione è un appello ad un pubblico ristretto affinché il silenzio come sintomo divenga parlabile, riconosciuto, alle volte condiviso, secondo un tempo proprio di ciascuno. Una parola privata verso un pubblico ristretto dove il soggetto interroghi il luogo dell’ Altro.
Animatore: Annalisa Pascucci
Osservatore: Giuseppe Preziosi
Relatore: Nicola Basile
16.30 – 16.45 Pausa
16.45 – 18.45 Il processo di rappresentazione e i suoi snodi: i report dai gruppi
Chair: Mario Ardizzone
Osservatore: Mauro De Angelis
18.45 – 19.00 Ringraziamenti e compilazione dei questionari di valutazione
Modalità di Partecipazione e Iscrizione
La partecipazione al Convegno è gratuita.Modalità di iscrizione:
sia per l’iscrizione al Convegno sia per i crediti ECM compilare e inviare a presidenzasipsa@yahoo.it il modulo qui scaricabile: Modulo Iscrizione
Per crediti ECM è necessario inoltre completare l’iscrizione tramite bonifico bancario indirizzato a SIPsA, IBAN: IT 15 Z 01030 03202 000001604201 (causale: cognome, nome e sede corso)
crediti ECM per Medici (tutte le discipline) e Psicologi il costo degli ECM è di 30 € per 10 crediti.
Modalità di Partecipazione e Iscrizione
Come raggiungerci
In treno
– Dalla Stazione Roma Termini proseguire a piedi per circa 3 minuti in direzione Via Cavour 50/a
– Dalla Stazione Roma Tiburtina prendere la Metro B in direzione “Laurentina” fino alla Fermata “Termini” (4 fermate). Uscire dalla Stazione Roma Termini e continuare a piedi per circa 3 minuti in direzione Via Cavour 50/a
In metro
– Dalla Stazione Metro di “Anagnina” (Metro A), prendere la Metro A in direzione “Battistini” fino alla Fermata “Termini” (15 fermate). Uscire dalla Stazione Roma Termini e continuare a piedi per circa 3 minuti in direzione Via Cavour 50/a
– Dalla Stazione Metro di “Battistini” (Metro A), prendere la Metro A in direzione “Anagnina” fino alla Fermata “Termini” (11 fermate). Uscire dalla Stazione Roma Termini e continuare a piedi per circa 3 minuti in direzione Via Cavour 50/a
– Da qualunque Fermata Metro B, proseguire fino alla Fermata “Termini”. Uscire dalla Stazione Roma Termini e continuare a piedi per circa 3 minuti in direzione Via Cavour 50/a
In auto
– Tramite A90/E80. Prendi A90/E80 in direzione di Via Vittorio Ragusa. Prendi l’uscita 19-20 da A90/E80 (2 min; 2,2 km). Prendi il Grande Raccordo Anulare/A90/E80 da Via Mario Pastore (2 min; 2,1 km). Segui Grande Raccordo Anulare/A90/E80, Uscita 14 e A24 in direzione di Largo Settimio Passamonti. Prendi l’uscita verso Scalo S.Lorenzo/Porta Maggiore da Circonvallazione Tiburtina/Tangenziale Est (13 min; 16,1 km). Prendi Via dello Scalo S. Lorenzo, Via di Porta Maggiore, Via Principe Eugenio, Piazza Vittorio Emanuele II e Via Napoleone III in direzione di Via Cavour (8 min; 2,6 km).
– Tramite Via Tuscolana. Prendi A90/E80 e Via Tuscolana in direzione di Via Santa Croce in Gerusalemme (24 min; 11,5 km). Continua su Via Santa Croce in Gerusalemme in direzione di Piazza Vittorio Emanuele II (3 min; 950 mt). Continua su Piazza Vittorio Emanuele II. Prendi Via Napoleone III in direzione di Via Cavour (4 min; 1 km)