Recensione di Stefania Tedaldi
“Evaporazione del padre o della funzione del padre” del libro intitolato “Psicanalisi senza dio” – per una critica del nuovo discorso religioso – gli autori (L.Clemente, F.Lolli, C.Muscelli e A. Tricomi) affrontano il delicato problema di ció che da un po” di tempo viene proclamato a gran voce da molti psicoanalisti: il padre evaporato.
Questa affermazione ha portato inizialmente a riflettere sul fenomeno, ad aderire con convinzione a quanto elaborato relativamente all”assenza del padre, per poi approfondire cosa volesse veramente certificare tale affermazione.
Infatti ciò che svanisce, o quanto meno sta diminuendo considerevolmente, è il padre PATRIARCA, non la Funzione Paterna. Ció che viene evidenziato é il declino di un padre padrone, e già Lacan alla fine degli anni “60, parlava di “sfaldamento del nome del padre”.
Non bisogna però confondere lo sfaldamento paterno con la Funzione Paterna. Questa può essere svolta non unicamente dal padre biologico ma da colui o colei che si prende carico di svolgere tale funzione.
Il padre evaporato é il Padre Patriarca, il padre identificato con la funzione religiosa del potere assoluto.
Sappiamo bene che la psicanalisi dovrebbe essere “inattuale e laica” ed il pericolo nel tempo attuale é che possa diventare una nuova religione.
Alcuni autori moderni hanno denunciato apertamente come alcuni indirizzi psicoanalitici siano annegati nel senso religioso, quindi nel potere di chi pensa di sapere a discapito di coloro che, invece, pensano di non sapere. Ciò che viene messo in discussione é la questione di autorità dove non vi é alcun dubbio sul proprio sapere , tutte le domande hanno quel senso, e così facendo si continua a nutrire il cosi detto Supposto Sapere.
Spesso si fa della psicanalisi un uso pubblico, come se si potesse generalizzare per tutti un solo significato analitico, come se tutto si riducesse ad uno e non alla molteplicità dell”uno, senza rilevare che la psicanalisi é sempre e comunque in divenire, in movimento, un andare costantemente più in lá.
Prendiamo la legge paterna: mentre questa va continuamente riaffermata nella sua funzione da chi ė in grado di assumerla, (per esempio uno dei due genitori) il ruolo del Padre Patriarca é in crisi per l”evoluzione naturale dei nostri tempi e per i continui movimenti nelle varie epoche.
La Psicoanalisi non sa nulla, sa solo leggere ed approfondire la soggettivazione dell”altro, può parlare della forma, di ciò che é e di ció che domina , ma il suo dire non é l”unico, non é il giusto o lo sbagliato, non riduce tutto al proprio sapere.
Tutto ció porta a domandarci se sia il tempo di smarcarsi dalla parola pubblica. Un ultimo pensiero sulla significazione del detto analitico: la facilità con cui un enunciato viene interpretato, parlo di enunciato di verità, e frainteso come nel caso sopra citato di funzione e ruolo, i due termini vengono confusi e la stessa confusione viene proposta come veritá. Il titolo del libro parla di Psicanalisi senza Dio, cioé senza quelle regole autoritarie e formali che fanno parte di un certo tipo di religione. Ogni forte autoritá impedisce un nuovo movimento, un nuovo cammino e come tale questa deve prenderne le distanze.
Chi ha letto per la prima volta qualcosa delle Sacre scritture, in particolare i Vangeli, sarà rimasto incredulo e frastornato; come credere a quelle strane avventure che sembrano solo di fantasia. Bisogna infatti, per capirne la verità, ricordare che ogni epoca ha la sua scrittura e quella di allora serviva a dare enfasi proprio alla verità più profonda, cioè andare più in là, interpretare il lá nascosto della verità. Così la psicoanalisi; non ci si può fermare al detto del Padre, quale padre? quale interpretazione. Le parole di Freud sono state rilette ed interpretate, alcune volte con grande intuizione (naturalmente Lacan), altre fuori da ogni verità, ma sempre e comunque la Psicoanalisi deve restare lontana da quel coacervo di potere che passa sotto il nome di un certo tipo di religione, mentre l”unico sapere é per tutti la domanda e l”interpretazione di quel dire in base alle conoscenze di quel momento.
Stefania Tedaldi
Roma, 21 febbraio 2021