CONFRONTO – “Perversione e Violenza nella coppia e nella Famiglia”

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CONFRONTO – “Perversione e Violenza nella coppia e nella Famiglia”

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La Provincia di Rimini in collaborazione con la Società di Psicodramma Analitico (SIPsA-COIRAG), la Società Psicoanalitica Italiana (SPI) e l’Associazione La Banca del Tempo di Rimini, nella ricorrenza della Giornata Internazionale della Donna, propone il Colloquio-Confronto:

“Perversione e Violenza nella coppia e nella Famiglia”

L’incontro si terrà giovedì 10 Marzo alle ore 21 presso la Cineteca Comunale, in via Gambalunga n°27-Rimini. Ingresso Libero.

L’incontro si articolerà in:

  1. Proiezione di due cortometraggi del regista Gabriele Pignotta dal titolo: Un’altra storia e Ancora un’altra storia (Produzione: Associazione “Doppia Difesa”)
  2. Proiezione del cortometraggio diretto da Paolo Genovese e Luca Miniero dal titolo: Piccole cose di valore non quantificabile. In collaborazione con Pablo distribuzione
  3. Proiezione del video musicale Manitoba: Ti schianterai contro di me (sceneggiatura Giorgia Rossi Monti, Filippo Santini, regia Paolo Sammati)
  4. Commento e dibattito: Dolore mentale, perversione e violenza

per sensibilizzare e fare prevenzione sul tema della discriminazione e della violenza contro le donne.

All’incontro parteciperanno:

Giovanna Zoffoli, Leonina Grossi, Cinzia Carnevali psicoanalista SPI, Gabriella Vandi psicoanalista SPI, Lidia Mulazzani SIPsA-Tavistock, Silvia Cicchetti SIPsA , Sonia Saponi SIPsACoirag di Rimini.

Nel presente progetto pensiamo sia di particolare utilità sociale affrontare il tema dell’aumento della violenza, in particolare quella domestica, che si sviluppa in seno alla famiglia e all’interno della coppia. Si tratta, spesso, di forme di perversione nelle quali sono coinvolti entrambi i membri della coppia, incapaci di vivere una sana esperienza relazionale.

Talvolta gli uomini che attuano violenza sulla propria compagna non sono in grado di sopportare l’autonomia della donna, la cui sana indipendenza scatena angoscia di perdita e rivalità, minando quelle basi di fiducia necessarie per un rapporto maturo.

I maschi che usano l’aggressività per affermare se stessi sulla partner, infatti, sono individui che non hanno raggiunto una sana identità e si difendono dall’insicurezza e dalla paura che una relazione profonda suscita, dominando la compagna per sottometterla e svilire la sua autostima; talvolta sono incapaci di tollerare il lutto di una separazione e la perdita dell’oggetto d’amore, considerato come una forma di possesso. Il dolore e la paura connessi all’esperienza dell’alterità possono sviluppare forme difensive violente e perverse che arrivano sino al femminicidio. Si tratta di azioni efferate che suscitano uno sgomento fuori dalla portata della nostra comprensione mentale. Gli individui violenti sono, a loro volta, persone che nell’infanzia hanno subito traumi che hanno lasciato ferite profonde, che ancora “sanguinano” e sono in grado di produrre reazioni difficili da prevedere. 

Bisogna avere il coraggio di svelare, far affiorare le immagini censurate e impensabili, dove i pensieri tremendi e più veri possano essere pensati e rappresentati. Attraverso la proiezione del film cercheremo conoscere meglio questi drammi apparentemente incomprensibili: è molto difficile, infatti, comprendere le dinamiche interne degli individui coinvolti nelle relazioni perverse. Chi ha subito traumi personali, perfino transgenerazionali, ha un’area dell’identità violata, impoverita affettivamente, caratterizzata da pensieri di morte o assenza di pensiero. Quest’area malata della personalità si esprime attraverso la violenza. Ciò crea un’atmosfera invivibile nella coppia e nella famiglia. Il silenzio e l’omertà rimangono al servizio della disumanizzazione.

L’approfondimento del trauma sarà ampliato attraverso esperienze di uomini che durante e dopo l’esperienza del carcere raccontano la loro storia. (Esperienza documentata nel film.)

Vorremmo concludere con quello che scrive Akthar (2011):

                  “Sia a livello individuale che di gruppo, la complicità con crimini e crudeltà da parte di altri è spesso manifesta attraverso il silenzio-da passanti.  Le descrizioni di Shengold (1989) dell’ ‘omicidio dell’anima’ (cioè la cancellazione malevola dell’umanità di qualcuno, dell’identità, e della chiarezza percettiva) di un bambino da parte del genitore spesso includono il fatto che l’altro genitore guardava la violazione in silenzio, senza fare alcuno sforzo per fermare quello che stava succedendo. La letteratura sull’abuso sessuale è anche piena dell’impatto deleterio della complicita del ‘genitore muto’ (Escoll, 1999) sul bambino abusato. Un genitore contamina il corpo del bambino e l’altro distoglie il proprio sguardo, ed è quindi complice del crimine”.

Cercheremo infine, di mettere in luce, l’importanza di dialogare insieme per conoscere meglio questa drammatica realtà, individuando gli strumenti per trasformarla.  La psicoanalisi può offrire un valido aiuto terapeutico alla donna e alla famiglia, insieme alle altre importanti iniziative pubbliche e istituzionali e può favorire un dialogo comune, verso una comprensione dell’animo umano nel tentativo di sostenere un cambiamento culturale possibile, mantenendo in vita un’area di speranza e di fiducia nelle persone coinvolte dal dramma familiare.

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